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Il cioccolato italiano conquista la Svizzera e non si ferma più

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Vendiamo cioccolato agli svizzeri. E sempre di più. Tra 2018 e 2022 le esportazioni in territorio elvetico sono aumentate del 37% in volume e del 25% in valore, arrivando a 3.386 tonnellate e sfiorando i 29 milioni di euro. Quest’anno, tra gennaio e ottobre, si è registrato un ulteriore +4,8% a volume e +5,8% a valore, come rileva la federazione dei produttori Chocosuisse. Non accade lo stesso con il cioccolato svizzero in Italia: nell’arco di dieci anni ne abbiamo comprato il 16,4% in meno per un totale di 4.897 tonnellate.

Un trend che preoccupa i produttori elvetici, alle prese con mercato interno ancora lontano dalle dimensioni pre pandemiche e sempre più dominato dai prodotti d’importazione, favoriti dal favorevole rapporto qualità/prezzo e dalla bassa fedeltà dei consumatori ai brand nazionali. L’interesse per il cioccolato italiano aumenta anche presso i produttori svizzeri. Se due anni fa il raggruppamento Lindt & Sprüngli ha rilevato lo storico produttore Caffarel, l’inventore del gianduiotto, ora anche Nestlé porta in madrepatria più cioccolato italiano. «Nel 2023 il nostro brand Perugina ha registrato una crescita dei volumi esportati in Svizzera – conferma Florence Audoyer, managing director confectionery Nestlé in Italia – Un risultato dovuto sia alla collaborazione con i retailer, che ci ha fatto conoscere di più, sia ai costanti investimenti nello stabilimento di San Sisto (14 milioni di euro nel 2022-23, ndr) per farne l’hub internazionale del cioccolato e rafforzare l’export dei prodotti iconici del made in Italy».

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