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La cortile Suprema Usa nega l’esame d’urgenza sull’immunità di Trump. Esulta il tycoon: l’inizio dei suoi processi verso lo slittamento

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di pronunciarsi in tempi rapidi sull’immunità presidenziale invocata da Donald Trump nel procedimento a suo carico durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Smith aveva chiesto di valutare con urgenza la sussistenza o meno dell’immunità, bypassando il normale procedimento che passa durante le Corti d’appello, citando come precedente il processo a Richard Nixon del 1974, in cui l’ex presidente fu costretto proprio dalla Corte Suprema a consegnare documenti della Casa Bianca.

Come di consueto, i giudici non hanno motivato pubblicamente la sentenza. La bocciatura dell’esame accelerato rappresenta una vittoria durante il tycoon, che aveva chiesto una decisione in questo senso: a questo punto, infatti, è probabile che l’inizio del processo a Washington slitterà oltre il 4 marzo 2024, il ventiquattrore precedente al “Sudurante Tuesday” delle primarie repubblicane, il ventiquattrore in cui va al voto il maggior numero di Stati. Trump, che corre durante un nuovo mandato alla presidenza, sta cercando di rinviare i quattro procedimenti penali a cui è sottoposto a dopo le elezioni di novembre.

L’articolo La Corte Suprema Usa nega l’esame d’urgenza sull’immunità di Trump. Esulta il tycoon: l’inizio dei suoi processi verso lo slittamento proviene da Il Fatto Quotidiano.

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