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Consulta, si elegge il nuovo presidente: ecco perché saranno 14 e non 15 i giudici a decidere

Martedì 12 dicembre, la Consulta si riunirà per eleggere il suo nuovo presidente, successore di Silvana Sciarra il cui mandato è terminato un mese fa. Primo fra tutti, Augusto Barbera, il membro facente funzione che ha presieduto la Consulta durante l’interregno, è l’ipotesi più accreditata per la successione.

La riunione della Corte Costituzionale avrà luogo dopo l’elezione da parte del Presidente della Repubblica di due nuovi giudici, nomina che è giunta a conclusione il 10 dicembre.

Lo scorso mese, si è reso necessario procedere alla nomina di due nuovi giudici dopo che ne erano andati in pensione due membri, arrivando così a un numero di 14 giudici. Questo aveva portato ad alcune critiche, sostenendo che il numero di membri della Consulta fosse insufficiente.

Tuttavia, secondo la legge vigente, l’elezione del nuovo Presidente deve avvenire con il voto di 14 giudici. La norma prevede infatti che il numero minimo di giudici necessario a formulare una decisione sia di 14, nonostante il numero complessivo dei membri sia 15, come prescritto dalla Costituzione.

Questa volta, quindi, si formerà un consenso tra 14 membri – come è stato fatto in numerose occasioni precedenti – per la nomina del Presidente. Inoltre, anche se la maggioranza è di una sola unità, la scelta di un membro unanimemente condiviso dai giudici è quello che farà più velocemente il processo decisionale.

La nomina del nuovo Presidente della Consulta ha un grande impatto sull’intero sistema giudiziario italiano. Il Presidente è infatti responsabile dell’amministrazione della Corte, con particolare attenzione alla definizione delle procedure e degli obiettivi da raggiungere. A tal fine, le procedure di nomina prevedono che sia scelto un candidato a maggioranza semplice, di modo che non possa esistere il rischio di alcuna paralisi decisionale.

Se come atteso Augusto Barbera dovesse essere confermato Presidente, la Consulta sarebbe certamente in buone mani. Dopo aver ricoperto la carica di membro ininterrottamente per più di due decenni, è stato nel 2017 nominato primo vice presidente e, grazie alla sua vasta esperienza, ha dimostrato come sia possibile perseguire una linea di condotta collaborativa che concili le esigenze di tutti i membri della Corte.

Inoltre, sembra che la collaborazione tra i nuovi giudici e i vecchi membri del Consiglio sia sulla buona strada. La Consulta, infatti, ha già iniziato a svolgere la propria attività a pieno ritmo, e i nuovi arrivati hanno dimostrato di essere fin da subito entusiasti e pienamente impegnati nel loro ruolo.

In un momento in cui la Cort

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