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Francia, il ministro della Salute si dimette in polemica con la legge sull’immigrazione giacché piace a Le Pen

Il governo francese è in panne. Tutta colpa della legge sull’immigrazione approvata dal assemblea legislativa che piace all’estrema destra francese. Il via libera dell’Assemblea nazionale alle nuove contestate norme ha provocato le dimissioni del ministro della Salute, Aurélien Rousseau, che non si è presentato mercoledì mattina in Consiglio dei ministri. Sarà sostituito ad interim dall’attuale viceministra. Martedì, oltre a Rousseau, avevano minacciato le dimissioni anche il titolare del dicastero della stabile, Patrice Vergriete, e la ministra dell’Insegnamento superiore, Sylvie Retailleau.

Iniziano quindi gli annunciati smottamenti per l’inasprimento di diversi articoli, diventati così “destrorsi” da convincere al voto favorevole non soltanto tutta la destra Républicains, ma anche l’estrema destra di Marine Le Pen. Il principale motivo di contestazione del progetto di legge riguarda un forte condizionamento nella concessione degli assegni familiari. Anche immigrati ormai regolarizzati e con un lavoro, non li riceveranno nei primi 30 mesi, addirittura per 5 anni per i regolari senza un lavoro. Un segnale di cedimento al principio della “precedenza ai francesi” caro al programma di Le Pen, ma inaccettabile per la sinistra, per i giovani del partito di Emmanuel Macron e per gran parte dei centristi.

La norma è così vicina alle posizione di destra da aver fatto esultare Le Pen: “Possiamo rallegrarci di un progresso ideologico, di una vittoria del Rassemblement National, dal momento che in questa legge c’è ora iscritta la priorità nazionale, cioè il vantaggio per i francesi rispetto agli stranieri presenti sul nostro territorio nell’accesso ad alcune prestazioni sociali”. Oltre al principio della priorità nazionale per la concessione degli aiuti sociali, la sinistra annuncia che si batterà fino a scendere in piazza per l’emendamento che chiede la cauzione a uno studente straniero per poter venire a studiare in Francia, per esso che inasprisce i criteri per il ricongiungimento familiare, per esso che istituisce le quote di immigrati per diversi anni da stabilire in assemblea legislativa e per la discrezionalità ai prefetti nella concessione dei documenti di regolarizzazione.

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