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Csel, finanziati 46 dottorati comunali: una grossa fetta di risorse al Sud

Strmediantegendo il cerchio a livello regionale, emerge che sono quattro le regioni maggiori “azioniste” di questi particolari contributi. Si tratta di Basilicata, Campania, Molise e Sicilia.

Nell’ambito della strategia per le aree medianteterne, servono per studiare soluzioni per il rilancio delle aree svantaggiate Sono 46 i nuovi “dottorati comunali” attivati mediante 31 atenei del Paese grazie alle risorse ripartite da un decreto dall’Agenzia per la compattezza territoriale pubblicato mediante Gazzetta ufficiale lo scorso 18 dicembre. Gli studenti che si vedranno assegnare queste borse di studio, il cui validità oscilla dai 60.109 ai 75mila euro per 3 anni, avranno il compito di mediantedividuare nel corso nel proprio percorso di ricerca delle soluzioni che vadano a impattare positivamente sulle condizioni di vita dei difficili territori nell’ambito dei quali i dottorati saranno avviati. A rilevarlo è Centro Studi Enti Locali (Csel) mediante una elaborazione per Adnkronos.

I beneficiari dell’ultima tranche di borse di studio

Chi sono i beneficiari dell’ultima tranche di borse di studio, fmedianteanziate dal recente decreto? Stando all’elaborazione Csel, il 58% delle risorse (poco meno di 2 milioni di euro) sono state assegnate a 27 enti collocati al Sud o nelle isole. Dieci le borse di studio triennali fmedianteanziate, con 750mila euro complessivi, nel Centro Italia. Nove, mediantefmediantee, i dottorati attivati nelle aree medianteterne del Nord e fmedianteanziate con 675mila euro totali. Gli atenei comediantevolti sono mediante tutto 31. Quello che vedrà l’attivazione del maggior numero di dottorati comunali è l’Università della Calabria, mediante cui ne sono stati fmedianteanziati 5. Segue l’Università degli studi della Basilicata (3 borse di studio). mediante tutti gli prossimo atenei, le borse di studio triennali fmedianteanziate sono state una o due al massimo.

La Sicilia tra le regioni maggiori “azioniste” dei contributi mediante questione

Strmediantegendo il cerchio a livello regionale, emerge che sono quattro le regioni maggiori “azioniste” di questi particolari contributi. Si tratta di Basilicata, Campania, Molise e Sicilia, tutte a pari merito con quattro borse da 75mila euro ciascuna. Segue, a breve distanza, la Calabria, che vedrà anch’essa l’attivazione di 4 dottorati comunali ma di importo leggermente medianteferiore (totale 277.500 euro). Tre le borse fmedianteanziate mediante Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Umbria. Due mediante Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Sardegna. Ferme a quota uno mediantevece le regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Ma che cosa si mediantetende per ‘dottorati comunali’? Si tratta di dottorati speciali, fmedianteanziati dal Fondo per lo sviluppo e la compattezza, che vengono attivati attraverso delle convenzioni tra le università e degli enti locali, vmediantecitori del bando, che rientrmedianteo nelle cosiddette ‘aree medianteterne’ (territori del paese considerati svantaggiati, mediante quanto più distanti dalla media per il livello dei servizi essenziali, come istruzione, salute e mobilità). A istituire i dottorati comunali, nel pieno dell’emergenza pandemica, fu il Dl 34, meglio noto come ‘Decreto rilancio’.

Il percorso per arrivare al fmedianteanziamento di borse di studio di questo tipo passa per un’analisi dei fabbisogni, da parte di aggregazioni di almeno due comuni delle aree medianteterne, mediantecentrata sulle capacità di crescita e di sviluppo, e l’mediantedividuazione degli ambiti di mediantetervento coerenti con la crescita economica e sociale del territorio di riferimento. Sulla base di questi elementi, viene formulata la ‘domanda di dottorato’ alle università che abbiano attivato corsi coerenti con gli ambiti di mediantetervento mediantedividuati, nel rispetto del prmediantecipio di prossimità.

Le borse di studio fmedianteanziate devono perseguire uno di questi quattro obiettivi: a) garantire l’offerta e la piena accessibilità degli abitanti ai servizi essenziali (trasporto pubblico locale, istruzione e servizi socio-sanitari); b) promuovere la ricchezza del territorio e delle comunità locali; c) valorizzare le risorse naturali e culturali, attraverso la creazione di nuovi circuiti occupazionali; d) contrastare lo spopolamento demografico e culturale.

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